OVER THE RAINBOW – Oriente Occidente Festival 11 e 12 Settembre
OVER THE RAINBOW
Gratuito su prenotazione
PRIMA NAZIONALE
Coreografo proiettato nell’oggi, nutrito di vocabolario classico arricchito da arzigogolate linee delle braccia e giochi di merletto, Matteo Levaggi ha da tempo un rapporto privilegiato con l’arte visiva per le sue composizioni. Pluriennale, dalla sua presenza al Balletto di Torino come coreografo principale, la collaborazione con Corpicrudi sfociata nella trilogia di successo Primo Toccare, proseguita poi da freelance con lo spettacolo Death Speaks per il Museo MADRE di Napoli.
Ora ad affascinare il coreografo è il plurisemico artista Umberto Chiodi: una condivisione di intenti che li ha condotti a realizzare il site specific Over the Rainbow (Oltre l’Arcobaleno) per Oriente Occidente e il Mart. Qui il discorso di ibridazione e di assemblage di materiali di Chiodi si estende alla contaminazione con un altro linguaggio espressivo: la danza. Tanto da spingere la stratificazione appartenente al codice del coreografo a ricercare un grado zero per ripartire con altri presupposti nella relazione con l’oggetto d’artista.
L’oggetto, in realtà, sono quattro coloratissimi Assemblaggi luminosi posizionati nella sala al secondo piano del Mart dove si staglia alla parete il Wall drawing di Sol Lewitt, uno dei capolavori minimalisti dell’artista statunitense. Location non casuale data la relazione privilegiata di Lewitt con la nascente danza postmoderna newyorkese negli anni Settanta e in particolare con Lucinda Childs. Contrariamente al bianco e nero dell’opera di Lewitt, gli Assemblaggi di Chiodi sono coloratissimi: segni astratti costruiti con frammenti riaccordati di oggetti di consumo – trofei, giocattoli, lampadari -, che assumono la forma ambigua e pseudofunzionale di lampade multicolor. Luci che sono ‘corpi estranei’ al corpo in carne ed ossa del danzatore, chiamati dall’artista hula hoops ‘preparati’ citando il piano preparato di John Cage. Come quel piano il cui suono veniva modificato da oggetti inseriti tra le corde anche gli Assemblaggi hula hoops portano nella loro cavità altri oggetti, campanelli, sabbia tanto da trasformarsi in strumenti musicali. Una sfida alla finitezza dei corpi dei danzatori, che avranno una protesi con cui confrontarsi in tempi di distanziamento e una sfida alla composizione coreografica costretta a ‘concertarsi’ con questi oggetti.
Ideazione Umberto Chiodi e Matteo Levaggi
Coreografia Matteo Levaggi
Assemblaggi luminosi, oggetti di scena e costumi Umberto Chiodi
Danzatori del Corso di Perfezionamento Professionale/Padova Danza sostenuto da Mibact
diretto da Gabriella Furlan Malvezzi – Chiara Vecchiato, Marta Parisi, Giacomo De Luca, Alessandro Piuzzo – e del Liceo Coreutico Bonporti di Trento – Sofia Anagni, Arianna Avi, Kerolain Hallidri, Alicia Ianeselli e Sara Rizzoli
Durata 25’
Crediti foto Selene De Rui, Roberto Poli